1940: Ernest Hemingway incanta la letteratura mondiale con “Per chi suona la campana”!

per chi suona la campana

Te ne “andasti”, amato “Papa”, una domenica mattina piena di sole, quando la tua testa non reggeva più ai corto-circuiti folli della memoria inceppata: adoravi la Vita, l’avevi perforata, divorata, gustata fino all’ultimo sorso, da Protagonista in tutte le esperienze, vere ed autentiche, in cui credevi. Da allora sei un “Assente ingiustificato” solo materialmente, perchè nella fantasia di mezza umanità tu vivi e scrivi ancora, con lo stesso impeto e con la stessa forza, di sempre. La scrivente, umile ma tenace, “ricamatrice” di parole di quel Veneto, di cui eri follemente innamorato, ogniqualvolta giunga nei pressi di una chiesa e, senta il suono di una campana, sussurra a sè stessa “Ė Lui! Papa è qui”, per dirci “Coraggio!! Finché senti la Mia Voce, vai!!”. E Noi andiamo per le vie del Mondo con l’eco delle tue parole dentro il cuore, ma prima, direttamente dall’Oasi dell’Arte, il fantastico BeppeBlog, vi doniamo alcuni pensieri intensi intorno alla vita dell’immenso Ernest Hemingway e, del suo insuperabile “Per chi suona la campana”. Continua la lettura di 1940: Ernest Hemingway incanta la letteratura mondiale con “Per chi suona la campana”!

Il Maestro fotografico dell’istante magico: Monsieur Henry Cartier Bresson.

Il Nikonista caravaggesco, alias Patron Beppe, che con i suoi scatti sa fissare come nessun altro, dai tempi della Magnum, uomini, paesaggi, natura, stati d’animo nella loro verità quotidiana, sostiene sempre che, più della razionalità ci vuole intuizione nell’arte fotografica, ossia saper guardare conta di più di mettersi a riflettere, altrimenti l’attimo fugge via e, con esso tutta la sua potenza estetica ed artistica. Ebbene, con Beppe ci troviamo nello stesso territorio dei fondatori della Magnum, dalle parti di Robert Capa, di David Chim Seymour e soprattutto di Henry Cartier Bresson (sopra in foto), ovvero nel territorio del Talento scritto nei cromosomi, capace di trasformare in capolavori la sfuggente lievità dell’istante e di renderla eterna ed universale. Continua la lettura di Il Maestro fotografico dell’istante magico: Monsieur Henry Cartier Bresson.

Il Gentiluomo vola con il cavallo alato della Fantasia: è Dino Buzzati e i suoi racconti!!

La boutique del mistero

Non amava i “lieto fine” scontati o menzogneri, che superficialmente accontentano tutti, ma, nel profondo, non convincono o non corrispondono alla verità dell’esistenza: desiderava raccontare e, attraverso il racconto, a tratti surreale, a tratti misterioso, esorcizzare le sue paure e le sue inquietudini più intime. Quintessenza della signorilità d’animo e della correttezza di modi verso la vita e i suoi cicli, amante malinconico ma devoto delle sue Dolomiti fiabesche, Dino Buzzati ci regala non solo pezzi giornalistici memorabili, ma anche un’inesauribile originalità compositiva e un tesoro d’invenzioni letterarie di valore inestimabile. Continua la lettura di Il Gentiluomo vola con il cavallo alato della Fantasia: è Dino Buzzati e i suoi racconti!!

E la Luce fu…Dentro il buio.

Deposizione nel sepolcro di Caravaggio

E fu la notte. Oscura, profonda, tenebrosa. Mai inizio di vita poteva essere più drammatico. Sotto il segno misterioso della luna e della sua luce fredda e infeconda, l’anima si abbandona al peccato, la mente segue l’errore. Così in ogni storia del mondo. Così nella storia cristiana, che al centro del creato pone l’uomo, essere fotosensibile non solo sulla pelle, ma nel cuore, negli occhi e nella mente. Ecce lucem, diceva Giovanni e in quel bagliore improvviso, quasi un flash, comparve Dio, la vita, il bene, la gloria e la salvezza. Continua la lettura di E la Luce fu…Dentro il buio.

Chi si nasconde dietro il Vetro veneziano di Orazio Bagnasco?

Vetro di Orazio Bagnasco

Straripante di personaggi e di dialoghi arguti, quasi sincopati, con una girandola d’invenzioni letterarie, che già si possono cogliere tra le righe conturbanti dell’incipit narrativo del magnetico romanzo “Vetro” (casa editrice Mondadori, costo 14,00 €) del genovese Orazio Bagnasco, scrittore di razza, capace di aprire il piccolo o grande forziere, in cui si annida o dorme in fermento la nostra Fantasia. Continua la lettura di Chi si nasconde dietro il Vetro veneziano di Orazio Bagnasco?

Yves Klein: la rivoluzione pittorica in blu.

Sarà capitata a tutti, in una giornata di sole terso e mare limpido, quella domanda così ingenua e devastante che soltanto un bambino in adorazione di un adulto può fare. Perché il mare è blu e se invece trattengo un po’ d’acqua tra le mani è trasparente? Pochissimi, padri o madri, si saranno lanciati in spiegazioni ottiche, noiosissime per altro. I più avranno annuito. “Eh sì, strano, forse il cielo riflesso. Su, piccolo, continuiamo a camminare”. Continua la lettura di Yves Klein: la rivoluzione pittorica in blu.

Arles e i colori di un Genio planetario: Vincent Van Gogh.

Arles, il dipartimento Bouches du Rhone, vale a dire 2.800 ore di Sole l’anno: ecco la differenza ispirativa capitale. Una luminosità singolare, che ne fa, da quasi quarant’anni, la sede degli Incontri internazionali di fotografia. E che ritma, da più tempo ancora, con generazioni di pittori sedotti dai colori di una vita vicino al mare, la Camargue e la Provenza, lì attorno. Primo fra tutti Vincent Van Gogh, che la racconta in una lettera a Emile Bernard come una città “circondata da immense praterie fiorite d’innumerevoli boccioli dorati. E’ un vero mare giallo…”. Continua la lettura di Arles e i colori di un Genio planetario: Vincent Van Gogh.

Il Re dello sgocciolamento pittorico: il ribelle Jackson Pollock.

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Rissoso, insicuro, alcolizzato, secondo i parametri della morale comune che sa additare con superficialità ed ottusità, ma poco “mastica” e comprende d’arte. Ad una festa, turbato dal trionfo di tanta ipocrisia, spaccò con un pugno una finestra, sotto gli occhi esterrefatti di Willem De Kooning e di Franz Kline. Un’altra volta urinò nel caminetto di Peggy Guggenheim, grande mecenate e collezionista generosissima, che pure aveva un debole per la sua “ingestibilità“. Ma, Jackson Pollock, piaccia o non piaccia al Bon Ton, fu artista di prima grandezza e d’indubbia portata rivoluzionaria: i suoi quadri aprirono un’epoca nuova e la sua influenza sugli artisti contemporanei è ancora evidente, a mezzo secolo di distanza. Continua la lettura di Il Re dello sgocciolamento pittorico: il ribelle Jackson Pollock.

Chi vuol fare trova i mezzi, chi non vuole trova le scuse!